BCI Experience 2025: sfide globali, risposte locali

3 ott 2025

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Dazi americani, rigidità cognitiva dei manager, percezione del gusto condizionata dal packaging, intelligenza artificiale utilizzata non in modo ottimale. Due giorni di BCI Experience 2025 hanno messo sul tavolo sfide enormi per chi opera nella panificazione e pasticceria. Eppure il bilancio finale, tracciato da Massimiliano Bruni, Affiliate Professor di Strategy and Entrepreneurship presso SDA Bocconi School of Management e moderatore della tavola rotonda conclusiva, è complessivamente positivo.

«Il BCI conferma anche quest'anno l'occasione di confronto su temi importanti: innovazione, sostenibilità e pensare cose nuove, fare in modo diverso impresa, i prodotti, gestire le attività - spiega Bruni -. Avere un'occasione di confronto con il mondo della ricerca e dell'università, il mondo delle imprese, il mondo della tecnologia offre una grande occasione di riflessione, di stimolo che poi si può portare nelle nostre attività».

L'evento organizzato da Puratos Italia ha messo in fila scenari complessi: dalla necessità di diversificare i mercati di export dopo la svolta protezionista americana illustrata da Carlo Altomonte, alla scoperta che un semplice cambio di colore nel packaging può aumentare le vendite del 27% come spiegato da Vincenzo Russo, fino alla rivelazione che il 92% dei manager usa l'AI solo per riassunti invece che per prepararsi alle trattative strategiche, come denunciato da Gabriele Rosani.

«BCI cerca di portarci un po' fuori dalla routine quotidiana per interrogarci sulle grandi domande che in questo momento, coi cambiamenti di scenario, con tutte queste trasformazioni della tecnologia, sono nella testa di chi ha la responsabilità di portare al prossimo livello di evoluzione le aziende», sottolinea Bruni. E la domanda chiave che attraversa tutti gli interventi è sempre la stessa: «Come le uso? Come riesco a trasformare queste opportunità per affrontare le sfide?»

Dal suo osservatorio privilegiato in Bocconi, dove monitora settori molto diversi, Bruni ha una visione netta sul comparto della panificazione e pasticceria: «È certamente sotto stress perché il consumatore cambia, il retail, le forme di consumo, le occasioni di consumo cambiano. Ma è uno di quelli che sta trovando negli anni le risposte più efficaci».

La capacità di adattamento emerge come cifra distintiva del settore. «Vedo nuovi prodotti, vedo nuovi processi, vedo aziende che cambiano molto più dinamicamente di quanto non avviene in altri settori, forse perché le spinte al cambiamento sono continue», spiega Bruni. «Ma non è detto che questo dia luogo a capacità di risposta. Invece in questo settore vedo tanta capacità di cambiare».

C'è poi un altro segnale, forse il più importante per il futuro: il ritorno dei giovani. «Per alcuni anni è stato un settore che ha perso la capacità di attrazione. Oggi invece sono tanti giovani che vengono attratti perché torna un po' quell'elemento emozionale secondo il quale il futuro lavora sulle radici del passato», conclude Bruni. «E in questo settore si vede più che in altri». Una chiusura che, dopo due giorni di analisi su dazi, neuroscienze e algoritmi, riporta l'attenzione sull'elemento umano: la capacità di reinventarsi senza perdere l'identità.